Montesquieu e San Gennaro

«C’è infatti un altro mago […]. Questo mago si chiama il Papa. Egli riesce a far credere che tre e uno sono la stessa cosa, che il pane che si mangia non è pane o che il vino che si beve non è affatto vino, e mille altre cose di questo genere».*
Dimenticava il buon barone l’ampolla col sangue di San Gennaro, agitata dagli arcivescovi napoletani tre volte all’anno col vigore con cui un adolescente mascolo trova il proprio solitario piacere.
Che bravi però, i maghi che praticano dentro le chiese.

*C.L de Montesquieu, Lettere persiane, tr. it. di G. Alfieri Todaro-Faranda, Milano, Rizzoli, 1984.

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