Dromologia liquida

Sto lavorando a più cose – tre mostre, un festival – contemporaneamente. Il che è assolutamente appagante per gli stimoli che possono venire, dato che le idee buone spesso nascono dall’incoerente rincorrersi di spleen e confusione. Il problema è la velocità folle con cui proposte e controproposte si sormontano, e bisogna nel contempo trattenere il fiato ma liberare la mente. Ed ovviamente non si può mollare.
E’ una continua lotta tra una struttura che deve rimanere in piedi ed una flessibilità che costringe ad essere liquidi. Insomma il più classico derby postmoderno tra pensatori, Virilio-Bauman…

Boltanski e il diavolo

Christian Boltanski ha stretto un patto con il diavolo. Così almeno pare se le dichiarazioni rilasciate in un’intervista a Le Monde corrispondono al vero. L’artista francese infatti si appresterebbe a farsi filmare continuativamente (anche nella propria intimità) per i prossimi otto anni, cedendo le immagini della propria vita ad un miliardario australiano che le potrà vedere, in diretta, e senza la possibilità di registrarle. In questi otto anni Boltanski – che ormai ha 65 inverni sulle spalle e quindi un’aspettativa di vita non più infinita – riceverà un vitalizio, mentre il premio dell’assicurazione sulla sua vita andrà al miliardario in caso l’artista muoia prematuramente (in forma di risarcimento per la mancata prestazione), o resterà all’artista nell’ipotesi contraria.
Inevitabilmente è una scommessa in cui Boltanski mette sul piatto la sua intimità e la sua paura della morte (che sembra esorcizzata da questo atteggiamento ludico e di sfida), mentre il miliardario semplicemente denaro e volontà voyeuristica spinta al limite dell’audacia.
È impossibile fare previsioni su chi la spunterà. O forse, è tutta un’invenzione macchinata dall’artista francese. Il diavolo però ci ha messo la coda…

Quando l'artista diventa Tiresia

Ne è uscita un bel po’ di caciara per Rimbalza il clandestino, il giochino che quei bontemponi della Lega Nord hanno messo nella loro pagina Facebook. Si tratta di una piccola applicazione con cui ci si diverte a respingere in mare alcuni di quei tanti sventurati che rischiano la vita per attraversare il Mediterraneo e sfuggire a guerre e miseria.
I militanti della Lega evidentemente ignoravano che Antonio Riello, dieci anni fa, avesse realizzato Italiani brava gente, un videogioco in stile arcade in cui si sparava contro gli albanesi che sbarcavano in Puglia per occupare il nostro suolo e commettere qui i reati più spietati (l’intento era ovviamente critico nei riguardi dell). È proprio vero che la realtà supera i gran lunga l’immaginazione, anche quella degli artisti…

Tenete duro

Non sono bastate le bombe e i colpi di mortaio dei Talebani per fermare le elezioni afghane. Certo in molti punti del paese la popolazione forse non voterà per le minacce dei guerriglieri, ma vedere donne e uomini in fila per votare dimostra il coraggio di questi piccoli eroi che non si prostrano alla violenza e alla sopraffazione. E ancora una volta dimostra come il pericolo e la paura non siano in grado di fermare il desiderio di democrazia, almeno dove questa non sia compiuta.
Coraggio. Il mondo, ma anche la storia, è dalle vostre parti.

Aspettando cena

C’è caldo. Che ovvietà, è agosto ed è normale che sia così. Eppure ogni anno ha qualcosa di diverso, e questo mese – che è sempre croce e delizia nel cuore dell’estate – talvolta assume aspetti non previsti. Perfino soffrire il caldo può essere sopportabile aspettando una cena in collina, al fresco, quando capita, in barba alla crisi, a Berlusconi e a tutto il resto. Sudare a tavola, bevendo con amici del buon vino, sarà invece una pena dolcissima…

I magnifici tessuti di Berlino

Di ritorno da Berlino, con l’amarezza che tutto quello che è possibile in quella città risulta quasi precluso al nostro Paese. Lì da un fabbrica dismessa può nascere un istituto di arte contemporanea o un centro culturale per l’insegnamento della musica. Lì la cultura è importante. E poi regole e le normative si applicano se hanno un’utilità, ma si possono anche trascurare poiché la responsabilità individuale fa fede sulle decisioni, anche quelle collettive.
Gli stracci di quella città ferita dalla guerra fredda, dall’ideologia e dalla dittatura, servono ora per costruire magnifici tessuti. Non si sente a Berlino il fetore geriatrico che ammorba le nostre stanze dei bottoni, bensì un giovanile ed entusiastico sudore del fare.
Non mi era mai capitato prima di vergognarmi così tanto di essere italiano.

Fardelli d'Italia

Ormai è un classico delle cronaca politica sentire il Senatùr e i suoi scattarrare a caso – sotto la canicola agostana – contro qualcuno dei simboli nazionali in quel di Ponte di Legno. Gli ultimi colpiti dal bossiano proclama sono la lingua nazionale e il nostro inno.
Sulla lingua italiana e i dialetti c’è da ridere, ma non si può pretendere che i Lumbard abbiano letto le bembiane Prose della volgar lingua o conoscano il pensiero di Graziadio Isaia Ascoli; mentre per l’inno di Mameli a mio avviso qualche sforzo andrebbe fatto.
Non certo per scegliere Va’ pensiero, bensì per dipanare quell’accozzaglia risorgimentale di parole e retorica difficilmente comprensibili quale indubbiamente è Fratelli d’Italia (la musica di Novaro, a mio avviso, non è affatto brutta). Due probabilmente le alternative percorribili: o l’inno si insegna e se ne spiega il senso, oppure – andando contro la tradizione – se ne cambiano le parole rendendole intelleggibili ed espurgando moti guerreschi.
Scommetto però che, nonostante tutto questo abbiare, niente verrà fatto e l’elmo di Scipio continuerà a cingere le nostre teste. Anche quelle di legno di bosso.

Blu über Alles

Del Muro che ha diviso la città per troppi anni, a Berlino non sono rimasti che un paio di chilometri, divisi in due o tre tratti significativi. Il più lungo di questi è diventato la East Side Gallery, luogo in cui si sono sbizzarriti numerosi graffitari con un progetto appositamente dedicato, messo a punto da una comunità di artisti: è cioè una sorta di galleria a cielo aperto. La qualità è spesso mediocre, ma d’altro canto si sa che gli streetartisti veri non amano molto le situazioni istituzionalizzate.
Da quella sponda del fiume dove è rimasto il Muro si vede invece un lavoro eccezionale, guardando il ponte della ferrovia. Lo stile è inconfondibile: a realizzarlo è stato Blu. I più attenti lo hanno visto per le strade italiane e di tutto il mondo. Un regalo per gli occhi, inaspettato. Questo è poi, in definitiva, uno delle cose più belle della street