Tag: umberto eco

Liste di opere e di artisti

La lista è un piacere intellettuale vertiginoso, come ricorda Umberto Eco, che al tema ha dedicato un bel progetto a Parigi lo scorso inverno. Ma anche più prosaicamente Leporello in una delle arie più note del Don Giovanni – musicato da Mozart su libretto di Da Ponte – spiega quanto questo sia un piacere sublime, che mette insieme eros e gioco mentale.
Al potere delle liste ci sto pensando da qualche settimana. Sto lavorando a tre mostre collettive, due delle quali a quattro mani con un altro curatore. E’ un lavoro stimolante: stabilite le idee di fondo, le linee guida su cui costruire le esposizioni, stiamo scambiandoci e confrontandoci su liste di opere o artisti.
Si tratta di un lavoro di piccole modifiche, di aggiustamenti successivi. Ci si confronta su punti di vista differenti finché si trova un equilibrio che permetta cioè di soddisfare gli stimoli di entrambi. Poi ovviamente vi saranno altri bilanciamenti, dovuti alla disponibilità degli artisti, agli allestimenti eccetera. In ogni lista si nasconde una micro o macro visione del mondo. Anche quello dell’arte.

Fanculo curatori & co. Il padiglione italiano sarà fatto dagli intellettuali

Vi fareste mai otturare un dente dal carrozziere? Oppure chiamereste mai un giornalista per farvi sistemare la caldaia? Se non amate il rischio non lo fareste mai. E soprattutto difficilmente risolvereste il problema. Però potreste sempre chiamare un intellettuale.
È quello che farà lo Sgarbone nazionale per il nostro padiglione: il commissario Vittorio ha infatti spiegato, in un’intervista concessa al Piccolo di Trieste, che chiamerà intellettuali – come Claudio Magris, Alberto Arbasino, Umberto Eco, Paulo Coelho, Dominique Fernández – a scegliere gli artisti rappresentativi del nostro Paese. D’altronde i critici e i curatori lui li odia, poiché sono “dei narcisi pezzi di merda che pensano di averlo più lungo degli altri” (me lo ha dichiarato di persona il giorno dell’apertura del Maxxi).
Ha ragione. C’è gente che si fa il culo per quattro lire, che cerca di indagare nuovi linguaggi e crede nella sperimentazione: ma sono semplicemente “dei pezzi di merda”. Vuoi mettere le competenze in arte contemporanea di cinque – per l’amor del cielo eccelsi nella loro disciplina – vecchi, età media 75 anni? Degli autentici pezzi di Novecento?
Che vergogna. L’unico aspetto positivo è che la solita cricca mangerà un po’ meno.