Home » arte processuale

Tag: arte processuale

Mirko Baricchi. Derive

Mirko Baricchi
Derive

La Spezia (I), CAMeC
marzo ― giugno 2017

Un compendio per pittori aniconici
Daniele Capra




Scoprire una fonte comune (A)
È dalla fine del XVI secolo che i geografi cominciano ad osservare come il profilo di differenti continenti sia sovrapponibile, ma è solamente negli ultimi decenni del Settecento – quando iniziano ad essere studiati in maniera metodica i fossili, fino ad allora considerati dei curiosi prodigi prodotti dalla natura da esporre in una wunderkammer – che autori come Humboldt cominciano a chiedersi la ragione di tante coincidenze tutt’altro che casuali. Nel Novecento verrà infine elaborata e poi aggiustata quella teoria che spiega il movimento delle placche tettoniche, nota come deriva dei continenti, secondo cui «le masse continentali si sarebbero mosse in senso orizzontale, le une rispetto alle altre, nel corso del tempo geologico, assumendo differenti posizioni» [1].
La parola deriva spiega quindi geologicamente la formazione dei continenti a partire da un’unica massa indifferenziata, la cosiddetta Pangea. Una fonte comune, una sorta di monolite, è infatti all’origine della complessa geografia della terra che è andata a svilupparsi negli ultimi centottanta milioni di anni, quando progressivamente i continenti si sono formati a causa del graduale allontanamento delle placche. Significativamente ogni elemento ha però conservato traccia della propria provenienza proprio nel suo profilo esterno, la cui linea di fratturazione è rimasta visibile.


Inconsapevole movimento (B)
Il movimento causato dalla deriva dei continenti è, rispetto alle percezioni umane, quasi inavvertibile. Benché sia noto che i continenti siano in costante movimento – per avvicinamento, allontanamento o frizione –, ciascuno di noi ha la percezione di essere geograficamente immobile, in un luogo descritto da un punto fisso sulle coordinate di longitudine e latitudine. Sotto di noi, invece, c’è un mare di lava sul quale navighiamo, in maniera fluida, e con lentezza difficilmente misurabile attraverso i nostri sensi.
Il movimento è quindi un aspetto di cui vediamo di tanto in tanto gli effetti più evidenti (si pensi ad esempio alla lenta formazione di fessurazioni e voragini nel terreno, oppure ai più sporadici grandi terremoti percepiti da tutti), benché la vita ordinaria non ce ne dia grande consapevolezza. La certezza del suolo, dell’ubi consistam, è in realtà più labile di quanto indotti a credere: siamo infatti in un precario equilibrio, reso fluido dal grande movimento di enormi forze e di masse colossali in costante opposizione sotto di noi.


Condensare in pittura (C)
La pratica pittorica di Mirko Baricchi, attivo sulla scena italiana da circa un ventennio, testimonia come sia il concetto di deriva a partire da una fonte comune (A), che la tendenza al lento ma costante movimento non sempre avvertito (B) siano due modalità interpretative di particolare profondità per leggere lo sviluppo della sua ricerca. Come capita agli artisti per i quali il lavoro manuale svolto in prima persona è fondamentale – generalmente coloro che praticano pittura e scultura, discipline in cui il pensiero si sviluppa insieme all’azione –, le opere di Baricchi sono originate dal quotidiano esercizio individuale. I suoi lavori nascono con modalità che ricorda i fenomeni di condensazione atmosferica: differenti elementi si combinano portando al vapore e alle goccioline che da esso si formano (C).
L’artista è infatti per sua stessa natura il fornitore del calore e dell’umidità ambientali necessari affinché su una superficie fredda si formi un sottile velo di acqua, a testimonianza della reazione di natura termica avvenuta tra gli elementi. Ogni opera, come pure ogni tentativo di esecuzione anche non portato a termine, è quindi il prodotto finale di interazioni i cui reagenti sono solo in parte noti. I risultati, pur essendo sovrapponibili in molti aspetti, non sono invece rigorosamente omogenei né perfettamente prevedibili, benché il movimento da un’opera alla successiva non sia quasi mai smisuratamente enorme.


Quattro tendenze (D)
L’evoluzione della ricerca è così determinata dall’alternanza di spinte macro che agiscono in maniera sotterranea sull’artista, nonché di movimenti che sono l’esito di fluttuazioni personali e stilistiche non preventivamente calcolabili. I principali elementi che caratterizzano la poetica dell’artista si possono riassumere come il prodotto di una serie di vettori che rappresentano le forze in campo. Le tendenze che agiscono incarnano i principali modi pittorici: figurativo (interesse a rappresentare la realtà) cui si contrappone l’aspetto aniconico (interesse a non rappresentare elementi reali), processuale (interesse agli elementi pratico-esecutivi) cui si contrappone il meditativo (interesse all’esecutore).

Tutte le quattro tendenze sono presenti nel lavoro di Baricchi degli ultimi anni, con accenti e sfumature differenti. Molto di frequente accade che serie di opere realizzate in un lasso temporale vicino presentino analoghi dosaggi delle forze in campo, come testimonia la mostra ospitata presso il CAMeC di La Spezia, in cui in ogni stanza sono enucleati dei lavori concettualmente vicini. In tali opere il prodotto delle forze in campo è facilmente collocabile all’interno di uno dei quattro quadranti elencati, coerentemente alla prevalenza di alcuni piuttosto che di altri elementi.

Sarebbe scorretto però leggere il lavoro di Baricchi in maniera rigida: le modalità di transizione tra i quadranti sono infatti caratterizzate non da rette, quanto piuttosto da linee spezzate che spingono naturalmente la ricerca dell’artista in più direzioni. Ciascuna stanza della mostra ha così una sua precisa polarità, esprime cioè il prevalere di una particolare istanza espressiva che l’artista nutre, e lo spettatore è testimone di un processo che lo vede via via transitare – fluidamente e procedendo a zigzag – dal quadrante n. 1 a quello n. 4.


Il mondo in semi (E)
Nonostante le opere della serie Pangea siano caratterizzate da una pittura compiutamente aniconica, mi sono personalmente imbattuto in lavori che hanno stimolato la mia mente a riconoscere porzioni di cose reali, di ritagli di mondo del tutto inattesi. Sebbene allo stato di abbagli, intuizioni o memorie labili, quelle immagini sollecitano cerebralmente a vedere pezzi di realtà, offuscati o forse del tutto arbitrariamente creati da falsi ricordi elaborati dalla psiche.
È probabile che in una pratica artistica processuale come quella di Baricchi gli elementi riconducibili al reale esistano semplicemente come fattori latenti, anche nella testa dell’artista: quasi delle tracce in cui è riassunta e si concentra in forma inconscia la realtà visiva. Pur tacendo nella non-figurazione, il mondo reale potrebbe presentarsi nella forma di seme, portando con sé un inconsapevole elemento germinativo.


Sintagmi (F)
Derive racconta il lento e progressivo sviluppo di una pratica artistica che ha visto abbandonare gli stilemi iconici a favore di una pittura fluida, contraddistinta da una grande attenzione rivolta alla processualità esecutiva. La ricerca di Baricchi si è infatti evoluta, rispetto alla figurazione ondivaga e appena accennata degli esordi, verso una pittura libera e a tratti anarchica, caratterizzata dalla presenza di elementi reiterati, da campiture cangianti e minime aree piatte di colore.
L’interesse dell’artista si è così spostato dal soggetto rappresentato nell’opera alla pittura in sé come linguaggio, alla ricerca di una superficie autosufficiente, in cui le tensioni visive siano bilanciate dall’equilibrio delle parti in campo, a partire dalle più semplici unità di senso. E non c’è necessariamente in questo percorso un verso temporale unico: la freccia del tempo si sviluppa in una modalità che può essere reversibile. Possono quindi ripresentarsi urgenze espressive nuove o forme simili a quelle che in passato si sono registrate, poiché la sua pratica artistica non è da intendersi in senso necessariamente evolutivo (con un miglioramento delle condizioni precedenti) quanto invece progressivo (cioè con uno sviluppo di ulteriore complessità).
Negli ultimi anni Baricchi ha trasformato così la tela in un abbecedario contenente, in forma non organizzata, i sintagmi linguistici della pittura. Una sorta d’inconsapevole Punto, linea, superficie [1] in cui egli, in prima persona, analizza e misura gli effetti della ricerca aniconica grazie alle informazioni e ai dettami linguistici del proprio stile. L’importanza di tale pratica sta più di ogni altra cosa nell’incessante operare dell’artista che fa del suo lavoro un piccolo compendio di semiotica, capace però di sintetizzarne le ragioni più recondite del dipingere.


Il cesto della biancheria (G)
Ignoro, come probabilmente il paziente lettore di questo testo, in cosa sia affaccendato Baricchi in questo istante. Ciononostante è altamente probabile che egli stia tentando di fare qualcosa che non ha fatto prima, anche solo per vedere l’effetto che fa, o più seriamente per provare ad aprire un nuovo campo di battaglia, un nuovo fronte di guerra. Lo immagino con il pennello in mano, a dare campiture e fondi, a rimuovere o graffiare colore, a sporcare tele con bitumi acrilici o ossidi mai sperimentati prima. O semplicemente a distribuire in maniera nervosa pennellate di nero.
L’artista spezzino ha una pulsione al fare stimolata da una necessità di confrontarsi in prima persona, in maniera fisica e agonistica, analogamente a come faccia un giocatore di basket (sport che egli continua a praticare intensamente), che in una partita stanca l’avversario in un incessante uno contro uno. La sera Baricchi chiude le porte dello studio quando non ha più energie per correre dietro all’avversario, quando la maglietta è pesante e madida, da buttare nel cesto della biancheria sporca.




[1] AAVV, Enciclopedia Treccani, lemma Deriva dei continenti, www.treccani.it/enciclopedia/deriva-dei-continenti/, consultato l’ultima volta il 5 giugno 2017.
[2] Uso qui il titolo del celebre saggio di Vasilij Kandinskij, una sorta di manifesto del suo pensiero in cui egli teorizza il rapporto tra gli elementi della composizione pittorica astratta e le altre arti, in primis la musica.