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Uno sguardo senza peso

Uno sguardo senza peso

Elena Arzuffi, Andrea Bianconi, Matteo Fato, Anna Galtarossa, Andrea Galvani, Antonio Guiotto, Jacopo Mazzonelli, Marco Raparelli, Antonio Riello, Alberto Scodro, Michele Spanghero e Nicola Toffolini

Vittorio Veneto, Palazzo Piazzoni Parravicini
settembre ― ottobre 2010

Uno sguardo senza peso

Daniele Capra




Uno sguardo senza peso analizza le tracce della leggerezza nella produzione artistica di dodici dei più interessanti artisti attivi nel nostro paese.

Il primo decennio del nuovo secolo pare caratterizzato da una prepotente tensione verso la leggerezza. Leggerezza da intendersi come qualità di tutto ciò che è privo di peso, di ciò che sfugge alle definizioni ed è pronto a rivendicare il suo esistere nell’immaterialità stringente. L’esempio più noto è la rete delle reti con cui ogni giorno ci interfacciamo, ma anche la tendenza delle persone ad avere rapporti sempre più sintetici e veloci, come pure la polverizzazione delle classi sociali, del lavoro e delle mode. Leggerezza però è anche l’ironia ed il riso, non tanto quello che abbonda sulla bocca degli stolti, bensì quello che stimola la comprensione e socraticamente l’atteggiamento critico.

Parallelamente leggerezza ha voluto dire “senza sostanza”, privo di valore, inconsistente e soggetto alla corrosione di un tempo costantemente più accelerato. La società dello spettacolo che è debordata in ambiti prima sconosciuti (come nelle relazioni umane), il consumo acritico dei beni, ma anche una ricerca artistica nata solo per incontrare il gusto del pubblico senza la vitalità dell’indagine, hanno sviluppato modalità ed immaginari facili e non in grado di generare pensieri ed emozioni profonde.
La leggerezza sembra così mostrare il suo volto proteiforme ed ambiguo, sia nel caso in cui si sia chiamati a riconoscere il vuoto assordante che ci circonda, che nella circostanza in cui ci permetta fare il salto con cui aggirare le secche dello status quo.