Antonio Bardino
Il respiro delle piante

Casa Cavazzini e Liceo Classico Jacopo Stellini, Udine
dicembre 2024 ― marzo 2025

Il respiro delle piante
Daniele Capra




La personale di Antonio Bardino Il respiro delle piante presenta una quindicina di lavori su tela, realizzati dall’artista negli ultimi anni e site specific, che hanno per tema la presenza dell’elemento vegetale in contesti fortemente antropizzati come le case,i balconi e i giardini. Il titolo della mostra allude al ruolo ambientale delle piante e degli alberi, fondamentali nella produzione di ossigeno, che vengono immaginati dall’artista come persone vicine, delle quali percepiamo il flusso ritmico del respiro. La mostra indaga la vitalità della natura e il suo esuberante manifestarsi nelle piante da appartamento e da giardino, creature ammalianti e altere che sembrano del tutto ignorare la presenza umana.


Il respiro delle piante – ospitata presso Casa Cavazzini e il Liceo Classico Stellini – è affiancata da un programma di collaborazioni con gli studenti della scuola che prevede la collocazione di piante domestiche negli spazi espositivi, la loro cura e delle visite guidate portate avanti dagli stessi studenti. Il progetto è il naturale prosieguo de La natura entra a scuola, una proposta di particolare rilievo nel panorama formativo del nostro paese. Tale iniziativa ha visto negli scorsi mesi studenti, insegnanti e personale ATA dello Stellini adottare delle piante da appartamento nelle classi e negli spazi comuni della scuola, come pratica di benessere individuale, di attenzione nei confronti dell’ambiente e della collettività.


Le piante dipinte da Bardino sono dei lussureggianti ritagli di natura ospitati nella cattività delle mura domestiche e incarnano i protagonisti ribelli di un terzo paesaggio, i quali, però, poco si curano della presenza umana. Nei suoi dipinti le architetture, gli interni domestici e le suppellettili sembrano infatti scomparire nella loro sobria ordinarietà: sono le semplici tracce residuali di un calore umano che pare dissiparsi nel silenzio. A tale assenza si oppongono le piante con la loro imprevedibile e lussureggiante anarchia, vitali forme di resistenza che lottano contro lo spietato potere antropico che mira a occupare, colonizzare e piegare alle proprie esigenze ogni luogo.


I dipinti di Bardino sono caratterizzati da una figurazione molto marcata e da un taglio fotografico della composizione. I suoi soggetti ricorrenti – come alberi, piante domestiche, siepi – sono collocati sulla superficie in maniera libera e antiprospettica, procedendo per addensamento e saturazione visiva. Nelle sue opere il colore a olio viene adoperato in maniera classica per successive velature, benché non manchino sulla tela episodi materici o di natura gestuale. La sua palette di colori è basata sui toni freddi del verde e del blu, spesso accostati a neri profondi e gialli squillanti.


Le opere


L’agave è un soggetto ricorrente nell’ultima produzione di Bardino. Resistenza è un’opera di grande dimensione che ne illustra un dettaglio fuori scala. L’artista sceglie di mettere al centro della tela il nucleo da cui si irradiano foglie dalle forme fluenti, che non si vedono però nella loro interezza. L’elemento ripiegato in alto a destra, invece, ci permette di capire le dimensioni della pianta e l’andamento sinuoso delle foglie. Il colore è saturo e vivo, e qua e la compaiono delle sgocciolature che rendono liquida e viva la materia pittorica.


In Verso casa un gruppo di agavi popolano un giardino in cui le altre piante sono solo abbozzate. Alcune foglie sembrano muoversi, agitate da un vento che è reso pittoricamente con tratti trasparenti o gestuali. Il dipinto, di sapore vagamente metafisico, trasmette la sensazione di un notturno cinematografico, un’inquadratura in cui le agavi sono illuminate artificialmente come gli attori principali di fronte la camera.


Preso nella notte è un notturno in cui sono rappresentate un gran numero e una grande varietà di piante, collocate in maniera libera e ritmata sulla tela. L’opera trasmette un’atmosfera di magico silenzio, quasi un invito a trattenere il respiro per non distur­bare il riposo delle piante. La grande foglia di ficus alla sinistra è un repoussoir – un elemento di contrasto, tipico della pittura di paesaggio – che ha la funzione di trasmettere all’osservatore il senso della profondità della scena. A questo intento contribuisce anche lo sfumato fuori fuoco che si vede sul fondo.


I lavori Sola e Senza un apparente motivo, realizzati appositamente per la mostra, scaturiscono dalle suggestioni a seguito di una visita di Bardino al Liceo Classico Stellini. Qui, grazie al progetto La natura entra a scuola, nelle aule e negli spazi comuni sono ospitate delle piante verdi, alle cui necessità provvedono gli studenti, i docenti e il personale. In entrambi i quadri le piante sono protagoniste indiscusse, collocate in contesti appena accennati, dipinti liquidamente senza ricoprire col colore tutta la superficie. Tale scelta spinge l’osservatore a concentrarsi sulle foglie, di cui vengono esaltati il valore tattile e l’intensità cromatica.


Sorpresa è un ritratto da vicino di un’agave, di cui l’artista sottolinea la capacità di attrarre lo sguardo e l’inattesa tracimante sensualità. Le foglie, talvolta compiutamente dipinte, talaltra lasciate incomplete e gocciolanti, conducono l’occhio alla base della pianta, da cui si irradiano. Il centro visivo verso cui convergono tutte le linee di forza coincide così con il cuore generativo del vegetale.


Le opere Biblioteca e Aula II E sono state realizzate appositamente per la cucina dell’Appartamento Cavazzini per essere collocate a lato dell’acquaio. I dipinti mettono in relazione lo spazio intimo della cucina con due luoghi specifici del Liceo Stellini, da cui provengono le piante rappresentate. E allo stesso tempo, per il visitatore che entra nella dimora appartenuta a Dante Cavazzini, assumono il ruolo di inediti e vegetali xenia, i dipinti che gli antichi romani usavano per accogliere in casa gli ospiti di riguardo.


La serie Domestic Lanscape testimonia l’interesse di Bardino per la composizione e per l’accostamento di più varietà vegetali. L’artista procede sulla tela giustapponendo le piante in maniera libera, senza prestare alcuna attenzione agli aspetti dimensionali o al dettaglio realistico. Le foglie o i rami sono così disposti sulla superficie rispondendo solo alle necessità visive, al piacere di costruire un mondo improbabile,ma possibile. Che è, nella sua essenza, euritmia cromatica e pura pittura.


Composizione, realizzato appositamente per occupare uno degli scaffali della libreria dell’Appartamento Cavazzini, mostra la silhouette scura di una kenzia su uno sfondo che appare lontano. La pianta è probabilmente ospitata di fronte a una vetrata e quello che si intravede alle sue spalle è un ritaglio di mondo esterno, carico di luce, che bussa sul vetro di chi guarda.


Specchio, il cui titolo pare un ironico contrappunto alla collocazione del dipinto nell’armadio, allude a un immaginario pezzo di giardino riflesso su una superficie specchiante. Il dipinto presenta colori saturi e un’atmosfera di luminosità mattutina. Grazie al titolo Bardino ci avverte che la nostra non è una vista diretta delle piante rigogliose, bensì il frutto di una triangolazione casuale. Non siamo noi a guardare il verde, ma sono le piante a manifestarsi incidentalmente nel nostro orizzonte visivo.


Il lavoro Tenda, pensato per la finestra interna del bagno, è stato dipinto dall’artista sulla superficie grezza di una vera e propria tenda da appartamento, immaginando una collocazione non perfettamente piana, con alcune arricciature nei punti di fissaggio in alto. L’opera è dominata da una grande kenzia disposta al centro, dipinta con un limitato numero di colori. Le foglie sono delineate in forma morbida e gestuale, e sembrano quasi muoversi, accarezzate da una brezza appena accennata.


Verdure è un lavoro di grande dimensioni popolato da una grande varietà di piante d’appartamento e da giardino, disposte in modo del tutto libero e anarchico. L’opera è una sorta di campionario del verde domestico, presentato sulla tela in forma paratattica. Il dipinto, il cui titolo è un gioco sul colore delle piante, veicola l’idea di un mondo vegetale indistinto e primigenio dalla vitalità debordante.