Eliel David Pérez Martínez
Huir del destino

Wizard Gallery, Milano
maggio — giugno 2023

Durmiendo con coyotes
Daniele Capra




Huir del destino (“sfuggire al destino”) raccoglie una dozzina di opere di Eliel David Pérez Martínez, su tela e di natura installativa, che nascono da una riflessione su tutti coloro che sono costretti a scappare dal contesto nel quale hanno vissuto alla ricerca della libertà, del lavoro o di una condizione di vita dignitosa. Donne e uomini in fuga, in maniera simile a una preda che, sotto gli occhi del cacciatore, cerca disperatamente di sfuggire a un destino che appare segnato. Eppure è proprio nel tentativo disperato, nella corsa precipitosa, nello scappare chiudendo gli occhi su tutto quello che hanno alle spalle – consci dell’incommensurabilità del rischio – che sta il loro unico possibile spazio di libertà. Le persone con il sogno di fuggire dalla violenza, o dalla miseria, e l’animale braccato condividono inconsapevolmente la stessa sorte e lo stesso vitale coraggio. E dormono, stanchi, sotto lo stesso cielo.

Il destino viene avvertito come l’inesorabile predeterminazione di ciò che accade. È l’inevitabile, una concatenazione di eventi preordinata e al di sopra delle capacità dell’uomo di volere o potere. Non ci si può sottrarre a esso, se non con il folle azzardo o il tentativo disperato e improbabile. Solo in questo modo si può cercare di agire per tentare di deviare, o di far ritardare, la successione degli accadimenti, gettando dei granelli di sabbia tra gli ingranaggi che si muovono in connessione. Possiamo solamente causare un rallentamento temporaneo del corso degli eventi, una momentanea défaillance, e cercare di approfittarne. Nel suo corso il destino è ingovernabile e i margini d’azione sono, da parte nostra, limitatissimi; eppure esistono e spetta a noi coglierli. Come scriveva Arthur Schopenhauer, “il destino mescola le carte, ma siamo noi a giocarle”. Ci consola, infatti, confidare che la fortuna aiuti gli audaci, pur sapendo che non è sempre così.


Huir del destino narra delle tante esperienze, talvolta ascoltate in prima persona dall’artista, delle persone provenienti dal Centro-America che cercano di attraversare il deserto messicano per immigrare in maniera illecita negli Stati Uniti, affidandosi al semplice cammino e al supporto operativo di guide esperte che sanno muoversi in quell’ambiente impervio. Questi uomini che aiutano i clandestini vengono abitualmente chiamati coyotes poiché, esattamente come tale animale, devono essere dei fenomenali camminatori capaci di resistere alle situazioni più estreme, al caldo micidiale, alla fame, alla sete e alla stanchezza. Il coyote – che ha un ruolo importante anche nelle mitologie mesoamericane care all’artista – è così metafora del traghettatore che conduce verso un futuro migliore ed emblema di chi non si dà mai per sconfitto, riuscendo a sottrarsi, grazie alla forza di volontà e alla propria capacità di sopportazione, a una storia a prima vista già scritta.


Le opere della serie Durmiendo con coyotes nascono come un racconto, minimo ed asciutto, costruito sugli oggetti abbandonati dei migranti che attraversano il deserto. Sono semplici rifiuti, bottiglie di plastica, coperte e indumenti dimenticati, tracce di una presenza e di un rapido passaggio che Pérez Martínez delinea con uno linguaggio essenziale, con colori liquidi, intensi e una figurazione scarna ma vivida. Nelle sue tele elementi della tradizione popolare messicana, pattern geometrici, bad painting e rigore narrativo si mescolano liberamente, in un cocktail solare e latino, a tratti quasi lisergico. Di tanto in tanto si palesano sulla tela dei coyote, degli uccelli, una volpe, silenziosi testimoni del percorso dei tanti clandestini in fuga dalla propria condizione e, insieme, simboli di una vita che, nonostante le mille infinite avversità, non smette di continuare.


La pratica dell’artista è basata sull’uso del medium pittorico e del tessuto, che vengono impiegati sia in forma bidimensionale che in modalità scultorea. Le sue opere sono caratterizzate da colori accesi e campiture vibranti, frequentemente animate da forme fluide e pattern geometrici. Nei suoi lavori porzioni di tela dipinta, ritagli di tessuto e stracci si alternano liberamente, producendo un particolare impasto in cui trame, geometrie aniconiche e figura sono alternativamente giustapposti. I soggetti rappresentati sono spesso definiti da contorni essenziali, con molti dettagli lasciati alla fantasia dell’osservatore. La figurazione si presenta liquida e antidescrittiva, allusiva, ma contemporaneamente elusiva.


La ricerca di Pérez Martínez è poeticamente motivata da un’indagine di tipo sociopolitico, aspetto che non viene mai esibito o dichiarato troppo apertamente nelle sue opere. I temi ricorrenti della sua ricerca hanno a che fare con il proprio vissuto personale, le esperienze culturali del Messico e con la critica sociale, originata dall’analisi di fattori di natura culturale, antropologica ed economica.