Officina Malanotte
Jingge Dong, Laura Pugno, Aleksander Velišček, Lucia Veronesi

Bonotto Delle Tezze, Vazzola
maggio — luglio 2023

Officina Malanotte
Daniele Capra




Officina Malanotte è un progetto di arte contemporanea e di riattivazione culturale del territorio organizzato dalla tenuta Bonotto Delle Tezze nella campagna della Marca trevigiana. È costituito da una residenza d’artista, una mostra e degli incontri per far dialogare il mondo dell’arte, della cultura e del vino in una prospettiva di sperimentazione e contaminazione. La seconda edizione della residenza ha visto Jingge Dong, Laura Pugno, Aleksander Velišček e Lucia Veronesi lavorare per un periodo tre settimane negli spazi storici attorno al cortile cinquecentesco dell’azienda, che si sono trasformati negli atelier degli artisti. Il progetto è un’esperienza di arte e convivenza che mira a valicare i confini fisici della tenuta in dialogo con i luoghi, la famiglia Bonotto, gli addetti al lavoro dei mondo dell’arte e del vino, e la comunità. La mostra finale raccoglie presenta il risultato conclusivo del lavoro condotto dagli artisti.

La pittura di Jingge Dong è caratterizzata dalla centralità del colore e da una figurazione onirica. Nelle sue opere episodi ispirati alla pittura classica orientale, basata sul disegno, si mescolano liberamente ad aree astratte occupate da campiture cromatiche uniformi delicatamente delineate. Nella residenza l’artista ha lavorato su nuovi dipinti su tela, alcuni dei quali di grande dimensioni, in cui si possono riconoscere dettagli di uomini, animali, oggetti e porzioni di paesaggi. Il dipinto Made in Italy – che occupa la parete maggiore dello studio – rivela un nuovo interesse dell’artista verso situazioni del mondo del lavoro e delle realtà produttive. Dong si è concentrato sulle fabbriche del tessile in cui lavorano, spesso in una condizione di sfruttamento, gli immigrati cinesi che producono per le grandi aziende della moda. È sentiero nuovo e inesplorato per l’artista, nel cui lavoro, pur con un linguaggio aereo e visionario, compare per la prima volta un tema di natura socio-politica.

La pratica artistica di Laura Pugno nasce da un interesse verso il paesaggio, la natura e i processi di interazione con la presenza antropica. Le sue opere, che spaziano dal disegno alla fotografia, dalla scultura al video, sono caratterizzate da una narrazione pacata ed evocativa. A Officina Malanotte l’artista ha lavorato eseguendo dei veri e propri ritratti a dei blocchi di ghiaccio collocati sulla carta. In particolare, Pugno ha rappresentato il soggetto nel suo continuo cambiamento mescolando il pigmento con l’acqua prodotta dal suo stesso scioglimento e contribuendo, in questo modo, ad accelerare il processo di liquefazione. Ciascun foglio reca così due aree di colore: quella in basso è il ritratto del soggetto in cambiamento, eseguito dall’artista, mentre quella in alto è la traccia dello scioglimento, una sorta di impronta residuale del ghiaccio, una traccia della sua passata esistenza. Lo spazio in cui ha lavorato l’artista, inoltre, raccoglie sui vetri alcune delle notazioni sul processo e delle suggestioni che l’artista ha voluto fissare con la scrittura.

La produzione pittorica di Aleksander Velišček è basata sull’accostamento di testo e contenuto visivo e sull’analisi dell’uso politico dell’immagine. I suoi lavori, sviluppati in cicli e dotati di una sottile ironia, contengono spesso riferimenti alla storia della pittura e dell’arte. Nella residenza l’artista ha sviluppato una nuova serie di opere su tela a partire da alcuni celebri ritratti di Rembrandt, il cui titolo, Trempée de lumière, è ispirato da Il capolavoro sconosciuto di Honoré de Balzac. Velišček ha ridipinto il soggetto, fuori scala, coprendo parte della superficie con un riflesso bluastro, che simula l’effetto di accecamento che avviene quando guardiamo un’immagine su un display. L’opera evidenza in questo modo il potere seduttivo della riproduzione elettronica del dipinto, ma anche i suoi limiti dovuti alla sua fissità e alla sua immaterialità. Il riflesso cancella e costringe l’osservatore a cambiare punto di vista e a rallentare la visione, in opposizione alla dittatura dell’immagine digitale diretta, veloce e univoca.

La ricerca di Lucia Veronesi si sviluppa da una spiccata propensione narrativa, che si condensa sia in lavori di natura bidimensionale, realizzati a collage o con tessuti, che nel video. Le sue opere, caratterizzate dall’interesse verso gli aspetti sociologici e antropologici dell’immagine, sono materiche e spesso dotate e di una carica sensuale. A Officina Malanotte l’artista ha realizzato delle sculture in tessuto cucendo insieme ritagli di stoffa, stampe, vecchie lenzuola e tende usate dalla famiglia Bonotto, ma anche tute da lavoro e tessuti tecnici impiegati nell’azienda insieme ad altri materiali di risulta. Tali opere, di grande dimensione, mostrano l’interesse dell’artista verso la composizione, le trasparenze, i contrasti cromatici e di luce tra gli elementi. Sono nella loro intima essenza dei dipinti anomali, che possono essere visti indifferentemente dal fronte, dal retro o muovendosi liberamente nello spazio, camminando e sfiorandoli con le mani.

L’edizione del 2022