Remijon Pronja
Rex Anonymouse
Bregenz (A), Ku(rz)nsthalle
maggio ― giugno 2014
The works
Daniele Capra
Il vuoto nello spazio²
I lavori di Remijon Pronja raccontano frequentemente la condizione esistenziale dell’artista, alla presa con le difficoltà quotidiane e le insicurezze che derivano dall’incertezza economica e dal mancato riconoscimento sociale. I disegni della serie Il vuoto nello spazio² nascono quando Pronja è ancora studente in Italia a Milano, presso l’Accademia di Brera, ed è costretto a lavorare per poter pagare l’affitto e le spese scolastiche. L’artista era così costretto spesso a mancare alle lezioni dell’accademia, che erano il motivo stesso per cui continuava a fare sacrifici e a lavorare.
Era quella una condizione contradditoria, di loop apparentemente senza uscita, che testimoniava però il desiderio di fare un passo in più, di arrivare ad un obbiettivo. A metà strada tra opera e diario, quei disegni mostrano così tutti i calcoli che si fanno per conteggiare e monitorare le spese domestiche, le ore di lavoro effettuate, i soldi che si devono ricevere o che si è costretti a spendere. Ma allo stesso modo gli schizzi e gli appunti de Il vuoto nello spazio² raccontano una condizione passeggera in cui la persona lotta per arrivare allo status di artista, per rivendicare la propria libertà e lo spazio per le proprie esigenze espressive, affrancandosi dall’essere semplice studente straniero.
Home
Home sweet home, There is no place like home. La retorica sulla casa come migliore posto in cui stare, al sicuro e protetti, è smisurata. L’opera di Remijon Pronja è una parodia di tutto questo, realizzata con luce a led rossi, uno di quei tubi utilizzati solitamente per decorare le case per le feste natalizie o per le sagre paesane. Ma Home è anche un ironico statement che certifica, con il suo gusto appariscente e kitsch, come qualsiasi luogo possa essere uno spazio domestico adatto alle nostre esigenze: basta semplicemente spostare la scritta in un’altra casa per negare la pretesa unicità emotiva e relazionale che essa vorrebbe sottolineare.
In Home Pronja dimostra come le parole – ed il loro senso connotativo – sono spesso contenitori vuoti, impiegabili a seconda delle nostre esigenze senza particolare fascino. Alla lucentezza patinata delle parole l’artista sembra invece prediligere la sostanza socratica e ludica dello smascheramento.
The Evidence of Game
The Evidence of Game è un video doppio canale in cui sono messi a confronto, in modo misterioso, due corvi che gracchiano con la vista di un interno domestico. La camera è fissa sugli uccelli, mentre l’immagine è intermittente sull’interno, dove progressivamente si zooma su una finestra. Tale movimento sembra ricondurre, ritmato dalla voce degli uccelli, verso l’esterno, mettendo in comunicazione – solo apparentemente – interno ed esterno. Ma l’opera si rivela un nonsense, un video in cui Pronja si diverte a condurre l’osservatore verso false conclusioni, verso deduzioni che non possono essere né confermate né smentite.
Chi guarda è tenuto in scacco, costretto così a farsi prendere per il naso.