Fifty years after Nauman’s Self-Portrait as a Fountain

saggio, Strabismi Magazine
settembre 2015

Rapporto sull’uso dei bulbi oculari del sig. Nauman Bruce, di anni 74
Venezia, 29 luglio 2015

Nei giorni scorsi abbiamo ripreso l’indagine nei confronti di Nauman Bruce, cittadino americano, uomo sul cui conto vi sono innumerevoli campi di imputazione, tra cui oscenità luminosa, realizzazione di riprese non autorizzate a persone inconsapevoli in contesti espositivi, appropriazione di opere altrui, dileggio di osservatore di opere in luogo pubblico, etc. In particolare gli sforzi dei colleghi che mi hanno preceduto si sono concentrati su:

A) il rapporto schizofrenico tenuto dall’indagato nei confronti dei visitatori di mostre cui erano esposte opere del suddetto;

B) l’abuso di potere nel controllo visivo dell’osservatore;

C) la violenza spaziale cui avrebbe costretto il pubblico delle sue installazioni.

Noi abbiamo ritenuto oggi di aggiungere un nuovo fascicolo d’indagine al suo dossier relativo a fatti avvenuti nel 1966/1967, grazie al contributo di nuove dichiarazioni rilasciate spontaneamente da alcuni conoscenti e al lavoro svolto dai colleghi con nostri informatori e sotto protezione.

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Siamo del tutto certi di come il Nauman negli anni 1966 e nell’anno successivo fosse in perfetto stato di salute mentale e oculare. Aveva all’epoca appena compiuto anni 25 e non è stata trasmessa al nostro ufficio alcuna foto in cui indossasse occhiali o in cui fosse visibile il ben che minimo difetto posturale, che, all’analisi degli studiosi da noi interpellati, potesse sembrare il frutto di qualche problema di visione. Ora, mezzo secolo dopo il fatto oggetto di analisi, grazie a nuovi contributi investigativi abbiamo riconosciuto prove inoppugnabili di strabismo divergente di particolare gravità, prima sconosciuto. Infatti il Nauman da quanto fonti diverse hanno confermano:

A) era solito guardare in avanti con un occhio facendo contemporaneamente con il secondo bulbo oculare, in gesto di scherno, il cosiddetto “occhiolino” a coloro che in situazione anteriore l’avevano preceduto;

B) attuava tale comportamento non solo quando era alla guida della propria auto, ma anche durante le quotidiane sessioni di ginnastica ovvero danza ovvero recitazione che egli era solito fare per tenersi in forma e per finalità ludiche (documentate da svariate fotografie realizzate da amici e conoscenti).

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Non sappiamo che peso dare invece a quello che ci è stato riportato in merito da Cronenberg David, di anni 72, anch’esso cittadino americano, a noi noto come consumatore di sostanze psicotrope sin dagli anni Sessanta, che afferma di lavorare come cineasta. Il suddetto, in una dichiarazione resa spontaneamente che risulta di particolare interesse per la nostra indagine sul possibile strabismo dell’indagato, sostiene che, in certi momenti della sua vita, il Nauman presentasse un parziale raddoppiamento cranico, che potrebbe essere ricondotto, secondo le conoscenze attuali della scienza medica, alla sindrome di Giano bifronte. Il Cronenberg imputa ad un vecchio signore di origine francese, che tutti chiamano “Marcel Il Fontaniere”, l’origine di tale tendenza, e ha fornito, a corroborare la sua affermazione, una foto polaroid in bianco e nero di grande rilevanza, realizzata a suo dire, alla fine degli anni Settanta e firmata sul retro con calligrafia insicura, di color oro, da un tale “James Dean Byars”, un probabile mitomane entrato in possesso dell’immagine prima del Cronenberg. A favore dei colleghi che proseguiranno l’indagine alleghiamo al dossier copia di tale fotografia, sulla cui autenticità sta indagando la polizia scientifica.

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Il Cronenberg afferma inoltre che il cosiddetto “Fontaniere” è, secondo taluni, padre naturale del Nauman, ma, essendo entrato negli Stati Uniti illegalmente come produttore di ruote di bicicletta e giocatore di scacchi grazie all’aiuto di un poliziotto compiacente, conosciuto nell’ambiente come “Russo Il Doganiere”, non ne ha riconosciuto ufficialmente la paternità. Inoltre degli informatori con cui siamo entrati in contatto ci hanno messo a conoscenza che tale “Marcel Il Fontaniere” si sarebbe in maniera poco chiara procurato un orinatoio per collocarlo in una sede espositiva, causando scandalo e discussioni sui principali quotidiani, sulle riviste periodiche e su svariati libri pubblicati negli anni successivi. Risulta possibile quindi che tale comportamento, al di fuori di una normale condotta, avrebbe stimolato nel figlio azioni imitative, che rivelano altresì un’evidente natura edipica.

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Ci risulta certo che il Nauman, in un raptus autorappresentativo, abbia infatti voluto portare a termine il gesto paterno, ritraendosi come una fontana che riversa del liquido nell’orinatoio paterno, la cui presenza non è visibile ma è solo di natura psicologica. L’indagato ha voluto lasciare traccia documentativa del gesto e ha ambiguamente assegnato all’azione un nome che fa riferimento al proprio padre naturale. Risulta agli atti inoltre che tale azione nasca da una spinta a mettere in discussione l’idea di autorialità rispetto all’ipertrofismo dell’ego della precedente generazione di artisti pittori statunitensi.

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Nella mattina di ieri il sig. M.F., matematico nostro informatore, noto consumatore di L.S.D., sollecitato da un nostro agente, si è presentato a noi per lasciare una dichiarazione spontanea di particolare rilevanza attraverso una proporzione matematica, utile a delineare le caratteristiche del nostro soggetto:

ceramicadellorinatoio : carnedellartista = marcel : bruce

Consci della necessità di non smettere di indagare sul caso, soprattutto per la sua influenza e implicazioni imitatorie, si ritiene di tenere alta la soglia di osservazione.


Ispettore Daniele Capra
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*Corpo di Curatela Militante*
Venezia