Sarah Revoltella
Il re nudo

Fondazione Mudima, Milano
21 giugno 2022

Daniele Capra




L’azione di Sarah Revoltella Il re nudo allude alla condizione attuale in cui molte delle narrazioni mainstream sono frutto del continuo rimescolamento di fatti reali e di menzogne, finalizzato a manipolare la percezione degli eventi e orientare le nostre scelte sia personali che collettive.


Revoltella prende ispirazione dalla celebre fiaba di Hans Christian Andersen – nella quale si palesa la totale incongruenza tra le affermazioni ufficiali e i dati oggettivi registrati dai presenti – per evidenziare lo scollamento politico tra la solennità dei proclami e la drammatica situazione di nudità che caratterizza il nostro paese. Ne Il re nudo l’artista sottolinea infatti, in modo grottesco, la profonda scissione tra le dichiarazioni sempre più assurde ed enfatiche rese dalla classe dirigente, e una nazione continuamente in crisi, sempre più cristallizzata nel suo gomitolo di bugie.


Nella performance il protagonista è nudo con una corona in testa, che rimanda iconograficamente alla Torre di Babele dipinta da Pieter Bruegel, realizzata in tessuti pregiati e pietre preziose. L’uomo cammina con aria solenne, mantre intorno a lui un capannello di persone lo osservano esterrefatte. Mischiati tra il pubblico degli attori commentano i vestiti immaginari del personaggio, pontificando sulle meraviglie politiche e sociali che egli compirà, addobbato con tanta magnificenza. Le parole degli attori rimandano al tema del desiderio che troppo spesso pervade gli individui smaniosi di credere in qualcosa, amplificando da un lato l’inconsistenza delle proposte vaghe e superficiali che cadono dall’alto casualmente, e, dall’altro, l’impossibilità concreta di attuare tali proposte da parte degli stessi soggetti politici.


Il re nudo è così allusivo dell’allucinazione collettiva dei nostri giorni, in cui i media decretano la realtà delle cose che di fatto non avvengono o che avvengono solo nella realtà virtuale sancita dagli stessi mezzi informativi, in un devastante gioco di specchi che rimanda e alimenta eternamente se stesso. In modo paradossale Revoltella ironizza e denuncia l’uso che il potere e le classi dirigenti fanno dell’informazione, grazie a continue manipolazioni, distorsioni e falsificazioni. Così, mentre anche coloro che potrebbero rivelare le evidenti bugie finiscono per credere alle proprie menzogne, la realtà viene sempre più volontariamente mescolata a eventi finzionali, rendendo l’autentico difficilmente percepibile. L’artista rivela così in modo tagliente come il profumo leggero e fragrante della verità sia ormai irriconoscibile, quando per lungo tempo si rimane in mezzo alle roboanti essenze distillate da sofisticate mani manipolatrici.