Sarah Revoltella
Il rumore dei buchi neri

Emergency, Venezia
aprile — maggio 2024

Il rumore dei buchi neri
Daniele Capra




La mostra di Sarah Revoltella Il rumore dei buchi neri raccoglie l’opera Stelle e Conflitti e una decina di lavori che documentano la performance Io combatto, realizzata dall’artista in collaborazione con gli studenti della Venice International University nel giorno di inaugurazione della mostra. Il progetto nasce come intimo e necessario tentativo di opporsi alle logiche della violenza, del conflitto e del dominio, frequentemente alla base dell’azione politica ed economica e, dopo essere state interiorizzate, anche del comportamento individuale. Il rumore dei buchi neri – il cui titolo suggerisce la presenza a distanza di eventi nel cosmo in grado di determinare la nostra esistenza – evidenzia così il tentativo di Revoltella di opporsi alla dittatura della guerra, ribellandosi alla brutalità di una storia che pare già essere stata scritta.


Sarah Revoltella, Stelle e conflitti, 2019, arazzo di lana, 220 x 380 cm, courtesy Tessitura Cooperativa di Isola a Nule

L’opera Stelle e Conflitti è originata dalla casuale scoperta di Revoltella che il planisfero con la mappa dei conflitti locali e la distribuzione di buchi neri (e stelle binarie) rilevati dalla NASA presentano molte somiglianze topologiche. I territori di guerra e le stelle al termine della loro evoluzione sembrano infatti apparentemente accomunati da una medesima distribuzione geografica e le loro mappe sono perfettamente sovrapponibili. Questa intuizione poetica ha condotto l’artista a immaginare un arazzo di grandi dimensioni, realizzato dalla cooperativa di tessitrici di Nule in Sardegna, che esplicita in maniera visiva e tattile tale coincidenza. L’opera è così un continuo rimando concettuale ed emotivo tra il destino del cosmo e quello dell’umanità.


Sarah Revoltella, Io combatto, 2024, stampa su carta blueback, cocci, installazione

Con Io combatto l’artista ha realizzato una performance in cui nove studenti universitari di differente nazionalità hanno interagito con repliche perfette di fucili d’assalto, mitragliatori e carabine, impiegati abitualmente dagli eserciti e utilizzati in molti dei conflitti degli ultimi anni. Le armi vengono lasciate cadere a terra, ma poichè sono realizzate in ceramica, si distruggono fragorosamente in mille pezzi. In Io combatto Revoltella capovolge la funzione dirompente dell’arma da fuoco per farne un elemento fragile e impotente. Nell’azione l’artista trasforma l’arma in un dispositivo vuoto, inefficiente e che può concettualmente essere distrutto e ridotto a rifiuto.

Sarah Revoltella, Io combatto, 2024, performance, documentazione, stampa su carta blueback, foto Fratelli Calgaro