Sidi Kanani
La malinconia del presente

Art Factory, Venezia
maggio — giugno 2023

La malinconia del presente
Daniele Capra




La pittura di Sidi Kanani è caratterizzata da una malinconica figurazione e dall’impiego di colori opachi, stesi sulla superficie in maniera libera e pastosa, senza alcun disegno preparatorio. La sua indagine è focalizzata sulle aree pubbliche e sulle zone industriali dismesse, che vengono rese in maniera essenziale e carica di struggimento. La mostra La malinconia del presente presenta una dozzina di opere su tela dell’artista albanese che hanno come soggetto le periferie, gli edifici e i complessi abbandonati, popolati da figure umane solitarie e silenziose. Spazi desolati e metafisici in cui il vuoto del presente si misura con le macerie della storia sociale ed economica del Novecento.


La mostra è il racconto delle indagini visive che Kanani ha realizzato nell’ultimo decennio, muovendosi tra le costruzioni pubbliche e i luoghi di lavoro caduti in rovina nei dintorni di Scutari. Aree desolate dove le attività produttive hanno ceduto il posto alle rovine, e in cui il desiderio di crescita e benessere ha lasciato spazio alla desolazione e all’incuria. Con una pittura emotivamente densa e malinconica, dominata da colori scarichi e opachi, l’artista evoca i fantasmi di questo passato recente, trovando nelle rare presenze umane i soli nascosti brandelli di vita.


Nelle tele di Kanani la periferia – caratterizzata non solo dai luoghi di lavoro, ma anche dalle piazze, delle aree con infrastrutture viarie e dai ritagli urbani abbandonati o indeterminati – è il punto di contatto in cui si mostra al massimo grado il dissidio tra persona e ambiente. Sono i luoghi in cui il potere ha mostrato nel passato la propria forza erigendo monumenti, spazi industriali, determinando i modi di produrre, le finalità e gli obiettivi economici da perseguire, poi repentinamente messi in discussione dai cambiamenti che si sono susseguiti. Nelle opere dell’artista albanese quelle zone spesso lontane dal nostro sguardo rendono manifesto il conflitto tra le istanze socioeconomiche collettive e l’individuo, il quale risulta conteso tra le ingovernabili ragioni della storia e le proprie ineludibili necessità personali.


La malinconia del presente fornisce così una lettura intensa e struggente della transitorietà del potere e dei costrutti umani, in alcuni dei luoghi in cui ha manifestato la propria forza al massimo grado per poi rovinosamente decadere nella polvere. Il futuro e le utopie sono forse state archiviate, mentre l’uomo – benché sconfitto e incapace di generare direttamente il necessario cambiamento – sembra conservare intatto quasi solo il proprio naturale istinto di vita.