Andrei Ciurdarescu
Io nel giardino

Trento, Galleria Boccanera
ottobre ― novembre 2016

Pittura come filosofia
Daniele Capra




La ricerca di Andrei Ciurdarescu è caratterizzata da una pittura che interroga le matrici costitutive della realtà attraverso l’analisi della memoria e dei dettagli che la costituiscono. Nel progetto Io nel giardino un’intensa pratica figurativa mostra le interazioni costruttive/distruttive tra elementi antropici e natura che avvengono nel giardino, metafora del conflitto tra opposte tendenze sociali, economiche, politiche ed antropologiche.

La mostra prende in esame lo spazio circoscritto in cui botanica, estetica e spontaneità naturale confliggono e continuamente si adattano l’uno all’altro. Le determinazioni del contesto, i confini imposti dall’ambiente, le variabili climatiche e meteorologiche, ma anche il gusto e la cultura visiva di chi coltiva e si prende cura del giardino sono per Ciurdarescu le cause scatenanti di un confronto serrato tra differenti brutalità: quella volontaria e impositiva scatenata dall’uomo con quella casuale e necessaria determinata invece dalla natura stessa.

Con una pittura carnale e materica, l’artista mostra infatti i segni dello scontro e le ingiurie che lo scorrere del tempo assegna implacabile ad entrambe le fazioni. L’erba cresce e le agavi proliferano lussureggianti con le loro foglie puntute, lambendo i vialetti di pietre, le sculture antiche sgretolare e le siepi di bosso, modellate con mano ferma da amanti dell’ars topiaria. Tra i fichi d’India dipinti dall’artista spuntano però le teste di divinità, filosofi e busti di imperatori romani, ancora più sensuali nel lascivo abbandono causato dal tempo, icone fintamente immarcescibili di un mondo, quello antico e umanissimo, che lotta per non morire del tutto, per non essere deglutito dalla storia. Ma la bellezza, simboleggiata in alcuni dipinti dalla presenza di una Venere sensuale, è però frammento prigioniero del passato, lacerto incapace di opporsi alla forza del divenire.

Quella di Ciurdarescu è una pittura di tema filosofico, che mostra le inquietudini dell’esistenza e le umane aspirazioni a sopravvivere a noi stessi, testimoniate dai manufatti che l’archeologia ci ha consegnato. Ed è altresì monito a non sovrastimare la forza costruttiva del nostro agire, a non avere indefessamente fiducia nelle nostre braccia desiderose di gloria.