Michele Spanghero
Topophonie

Vittorio Veneto, Festival Comodamente
settembre 2011

Tophonie
Daniele Capra




L’affascinante progetto realizzato da Michele Spanghero a Vittorio Veneto in occasione di Comodamente nasce da un complesso ed articolato lavoro di ascolto della città e dei suoi punti nodali. Munito di microfono, l’artista goriziano ha infatti ricercato e registrato i suoni ed i rumori dei due centri che costituiscono il centro urbano ― Ceneda e Serravalle ― attraverso i loro monumenti, le loro particolarità architettoniche, i loro punti di ritrovo. Ne è scaturita così una peculiare mappatura topologica che permette di cogliere gli elementi di una geografia sonora che intreccia natura e fenomeni antropici.

La risonanza del traffico registrata sulle ali della Vittoria Alata (la statua di bronzo che accoglie coloro che entrano in città attraverso l’asse stradale nord-sud), il rumore dei cantieri di lavoro sulle strade, gli anziani che chiacchierano sulle sorti della città mentre sono a passeggio, come le gare ornitologiche di canto alla caratteristica Fiera degli uccelli, sono stati catturati da Spanghero nell’arco di una settimana e vengono riproposti in mostra e in una performance. L’intento di Topophonie è quello di afferrare e far cantare la poesia della città, i suoi edifici, gli spazi: padroneggiare cioè la sua lingua sconosciuta, la complessa grammatica delle strade, dei luoghi. Attraverso il suono la città si offre così come materia e come memoria perché, come ciò che si vede, ugualmente il sonoro è azione, spettacolo, atmosfera.

La mostra raccoglie la documentazione fotografica dei differenti field recording allestiti in un ambiente in cui è riproposta la risonanza della città attraverso l’impronta sonora della Vittoria Alata. La performance propone invece un’elaborazione del materiale acustico registrato per creare una narrazione acronologica su cui si inserisce l’improvvisazione musicale dell’artista con il proprio contrabbasso: due speakers posizionati sulla cassa armonica dello strumento ad arco diffondono infatti il materiale registrato trasformando il segnale audio in vibrazione meccanica, facendo così risuonare la superficie dello strumento. Per la performance conclusiva del progetto (Anabasi, salita) l’artista è impegnato in un’ascesa dal centro di Serravalle fino al Santuario di Sant’Augusta attraverso un percorso segnato dalle sue cappelle intermedie.